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Intervista alla maestra Flora Alessandrini nipote del partigiano Ottorino e autrice, con i suoi ragazzi della V elementare di Sant'Alberto di Zero Branco TV (a. s. 1983-84), dell'unica ricerca storica sui partigiani caduti a Quinto di Treviso il 29.4.1945. Registrazione del 30.1.2014. - Qual è stato lo spunto che l'ha portata a questa ricerca, che nessun altro ha fatto? Lo studio del paese. Io sono sempre partita dall'idea che prima di conoscere la storia grande bisogna conoscere la nostra storia, la storia piccola, la storia delle nostre famiglie, perché sono le famiglie che fanno la storia. Avevamo fatto la mappa del paese e le due vie principali: Alessandrini Ottorino e Bruno Guolo. Come mai? Chi erano questi uomini, questi ragazzi? Da lì è nata la ricerca. - Avete trovato delle difficoltà da un punto di vista didattico, con i programmi... No. Il direttore [Marco Mantengoli] ci lasciava ampio spazio [...] 01:09 Beh, un anno è durata questa storia. Perché: andare in giro, contattare le persone anziane e dire "guarda che vieni a scuola" - "eh ma io a scuola, io non parlo italiano, mi confondo, non mi ricordo" - "... quello che ti ricordi, parli in dialetto". Avevamo intervistato anche il parroco del paese, perché all'epoca della Seconda guerra mondiale era seminarista, ed era proprio un lottatore. Il vescovo [Antonio Mantiero] gli dava i messaggi, lui li nascondeva nella talare e poi attraversava il Sile a nuoto. - Come si chiamava? Don Umberto Bortolato. [...] E ci raccontava anche che il vescovo gli aveva fatto vendere dei cavalli, gli aveva fatto acquistare un camion ed era andato al Brennero ad accogliere gli ebrei [reduci. Cfr. Giorgio Morlin, 1944: Treviso sotto le bombe [...] e altri documenti inediti, Istresco, 2007, pp. 43.44]. Ha detto: "Una cosa spaventosa, come si sono presentate queste persone. C'era un figlio con sua madre che erano soltanto ossa rivestite di pelle. Una cosa orrenda." [ ... ] 02:38 - Le avete anche registrate le interviste? No, era tutto quanto fatto così, scritto a mano [...] - Comunque, alla fine, le persone venivano o non venivano? Sì. Alcuni sono venuti a scuola, per gli altri invece siamo andati noi a casa loro, con la bicicletta. [...] - Mi parlava del clima nel paese, di non "muovere le mosche". 03:27 Ah sì: di star zitti, di non parlare. Vedo e non parlo, vedo e non so niente. Ci sono proprio episodi pazzeschi. [...] Sì. "È meglio tacere". Mi dicevano: xe mejo tasar, è meglio tacere. Quando siamo andati a intervistare il proprietario del Gambero (1), che non era più Mario Rex, naturalmente ... ma proprio reticente, sembrava che... "Ma guardi che i ragazzi vogliono soltanto vedere l'ambiente, cogliere magari qualche atmosfera", ma era proprio restio a farci entrare. Come ... mamma mia, i partigiani ... son quattro banditi. Questo era il concetto. [...] - Diceva l'altra volta che, specie a Quinto ... c'era stato questo ragazzo che era morto dall'altra parte. 04:44 C'era, poverino, un soldato, un ragazzo che aveva fatto il militare - non so se degli alpini o cosa - e aveva scelto di farlo con la Repubblica di Salò, ma aveva scelto di farlo perché a casa c'era fame, c'era bisogno del suo stipendio. È stato catturato sulle Alpi Liguri, mi pare, [Colle Tortagna, 27 Novembre 1944] da un manipolo di partigiani rossi che hanno preso questo gruppo di soldati, li hanno fatti denudare, hanno fatto scavare in mezzo alla montagna la fossa, li hanno tutti ammazzati e volevano invece liberare il capitano medico che ha detto: "No. Io sono qui con loro, sono il loro comandante e io muoio con loro". E sono morti tutti. Quando dopo hanno visto la macchina bianca dei partigiani girare per Quinto, solo all'idea che fossero partigiani e che questo povero ragazzo era morto ... l'associazione: "hanno fatto così quelli in Liguria e questi sono uguali". - Chi gliel'ha raccontato questo episodio? La sorella di questo soldato faceva la parrucchiera a Quinto. Io, andando dalla parrucchiera a farmi la piega - lei non sapeva che ero la nipote - un giorno, parlando del monumento, dice "ah, quelli ... stanno bene lì dove sono". È venuta fuori tutta 'sta storia, che io non conoscevo. - Era un certo Vendramin [Gino] - cfr http://youtu.be/KtumwHjYHCc Sì. Un ragazzo giovane, avrà avuto vent'anni, non so. - [...] Altri dicevano "potevano starsene a casa", le risulta? Sì, ma questo lo dicono sempre: "I podéa star casa". Io ho avuto una collega, che era stata la moglie del podestà, è ovvio che fosse di idee fasciste, mi diceva: "Sì, cosa vuoi... monumenti, strade. Potevano starsene a casa". * Alunni che hanno partecipato alla ricerca: Antelmi Barbara, Carpin Annalisa, Casagrande Christian, Cecconi Luca, De Marchi Liviana, De Marchi Monica, De Vincenti Fabio, Doro David, Favaro Michele, Gobbo Daniela, Guaraldo Matteo, Pizziolo Daniele, Righetto Pamela, Sartor Helenia, Sartor Sonia, Schiavinato Mirella, Zanibellato Amedeo, Zugno Luana