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C'erano quelli delle castagne; più tardi arrivavano "quei dei folpi"... Testimonianza in dialetto trevigiano di Augusto Betteti, S. Angelo sul Sile 1920. Trascrizione in italiano: - La sagra a S. Angelo, la facevano anche una volta? Nel '25, nel '27. Sempre fatta, a San Michele il 28 settembre. - Era bella grande? Sagra sempre bella, grande. C'erano tutti i banchetti. C'era gente dalle parti di Zero che vendeva paste. C'erano quelli delle castagne; più tardi arrivavano "quei dei folpi" ... che mio nonno ha tenuto [a battesimo] anche un figlio di uno di loro, i Picciol da San Nicolò. Erano quelli di San Nicolò che venivano a vendere. C'era il banco dei bagigi, c'era quello dei folpi, c'era quello della granatina che grattavano il ghiaccio su una grattariola. - C'erano tanti banchetti! Alla mattina quando erano le sette ... in camicia venivamo giù, noi bambini, per vedere quanti banchetti c'erano. Andavano sulla strada, guardavamo in fondo, "ciò ghe ne xe do, ormai", ne sono già arrivati 2. Dopo facevano di quelle balle, la gente, perché c'era il vino nuovo, clinto. Bevevano e dopo erano pieni: li trovavi dentro i fossi. - Era proprio una bella sagretta, più di Canizzano? Meglio di Canizzano. [Venivano] da Treviso, da San Nicolò, i marcantini che vendevano di tutto; c'era la tiramolla. - Cos'è la tiramolla? La facevano con il "mieasso", quello che danno alle bestie [melassa per uso zootecnico]: lo scaldavano su una padella e poi lo tiravano e lo appendevano su un gancio. Lo chiamavamo "el tiramoƚa". Era dolce... - Anche folpi [polpi lessati], ma non prima della guerra. Prima della guerra, parlo di quando c'era Don Giuseppe [Favero]. - Chi la organizzava questa sagra? Ogni anno c'erano quelli dei baracconi, arrivava la giostra... - Che giostra era? Giostra a catene o a cavallini. Una volta è venuta anche sul nostro cortile: "la giostra più grande del Veneto". Bepi Vigo ha perso una scarpa - ha l'età di tuo padre, del '9 - è montato lui per primo, lui e altri 2; ha perso una scarpa, dopo l'ha trovata dentro nella casetta... la giostra che si apriva; eh, di quei quadri! da morire dal ridere. Montava anche Piero... Se la passavano tutti qua. Non c'erano automobili per andare in giro. I ragazzi restavano tutti qua, "tosati, tose, omeni, femene". Ah, era uno spasso il giorno della sagra. Non vedevi l'ora che venisse "a sagra de Santangeo". Era un avvenimento. Castagne, vin novo. Oh, ce n'erano 2-3 che vendevano castagne, che le cucinavano là, "sul canton dea ponpa". - E dove mettevano la giostra? Sulla bassa, la chiamavano: dove stanno facendo il monumento. Nei giochi delle bocce quel giorno non giocavano, piantavano la giostra. C'era la giostra a cavalli, c'era il tiro a segno. Facevano le corse delle biciclette, prima della guerra, nel '33, nel '32, nel '28. C'era Toni Pierassa [Antonio Zanata], era lui che correva: erano oriundi dal Polesine, loro. Ne venivano da fuori a correre in bicicletta, da Quinto, da Zero. - Suo papà, i suoi nonni le dicevano che c'era anche prima, la sagra di S. Angelo? Sempre stata, a sagra de santangeo. Ricordo mio nonno: aveva un compare che era da Venessia, era un veneziano, io ero un bambino di 3-4 anni ... Veniva da Venezia ogni anno il giorno 28, veniva a sagra qua a casa nostra. E ogni anno portava la bottiglietta di Murano per mettere il tabacco da naso. Io le ho messe via ma dopo, in tempo di guerra, è stato buttato via tutto. - 04:28 Betteti introduce un brano d'epoca che veniva suonato in una giostra a cavalli: La paesanella. 04:48 Esecuzione del brano alla pianola. * Icona: La giostra a cavalli di Osvaldo Spini, 1965 - Foto Tino, in Giancarlo Pretini, Dalla Fiera al Luna Park, 1987, pag. 326. - Il clima di una sagra di paese è rievocato con musica, bellissime immagini e tanta nostalgia da Federico Soppelsa (Cencenighe Agordino BL) in http://www.youtube.com/watch?v=pbmGfn_bcT4&feature=share&list=UUpzTnJyZz-xmr7qSihpXFKA