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Sarebbe troppo semplice cercare di definire ‘The Bike Is The Fucking Message’ una rassegna, un festival o una retrospettiva: sarà, invece, un vero e proprio contenitore catalizzatore di un sentimento di (divertita) opposizione. Quella che si vuole cercare di modificare è una certa immagine stereotipata e riduttiva della bicicletta che relega questo oggetto del nostro quotidiano a mero mezzo di trasporto. La bicicletta è il primo mezzo che impariamo sin da piccoli a utilizzare per i nostri spostamenti e, purtroppo, è anche il primo che abbandoniamo non appena la comodità dei mezzi motorizzati si rende disponibile. E anche le nostre città, i luoghi che abitualmente frequentiamo sembrano fatti su misura per le grosse scatole su ruote che continuamente plasmano il paesaggio a loro misura. Oggetto del percorso ‘The Bike Is The Fucking Message’ è ridisegnare il rapporto tra l’individuo e la bicicletta, trasmettergli un’attitudine culturale che in molti Paesi è già un’avanguardia. La bicicletta come mezzo di comunicazione: non è solo uno strumento che permette di connettere due punti dello spazio ma anche un sistema di valori che ha un determinato impatto su quello spazio percorso. Il messaggio che deve arrivare al fruitore, in questo caso specifico, è il mezzo stesso con cui questo messaggio viene veicolato. Attraverso la rappresentazione della bicicletta all’interno dell’ambito artistico e culturale, cercheremo di costruire un senso per questo messaggio, che vada, forse, oltre a tutto quello che lo spettatore ha fino a quel momento appreso sul mezzo. The Bike Is The Fucking Message nasce da un'idea di Fiab Di Treviso in collaborazione con Tra Treviso Ricerca Arte e Cineforum Labirinto. GIOVEDì 10 NOVEMBRE H 20.45 THE ROAD FROM KARAKOL Cicloturismo e avventura Il primo appuntamento previsto per il 10 Novembre sarà l’occasione per conoscere da vicino il cicloturismo (avventuroso): la bicicletta diventa vero e proprio compagno di viaggio con cui dedicarsi all’esplorazione di mondi lontani ma anche alla rivalutazione di luoghi vicini ma ancora a noi invisibili. La proiezione del documentario ‘The Road From Karakol’, con protagonista l’alpinista Kyle Dempster, ci testimonierà della scelta della bicicletta come partner, quasi come prolungamento naturale del proprio impulso motorio. Sarà inoltre un toccante tributo al suo autore tragicamente disperso alla fine dello scorso agosto durante una spedizione in Pakistan. Seguirà la proiezione di un secondo documentario 'Il sentiero per Kazbegi', in cui il regista Joey Schusler racconta l'avventura vissuta durante una spedizione nella Repubblica di Georgia sulle montagne del Caucaso.