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La ripetizione ciclica del panorama mondiale, la sua metamorfosi infinita, da natura a cemento, da "istinto primordiale" a "ragione austera" di caratte- re capitalistico-industriale, l'orizzonte malato che testimonia la spinta verso l'oblìo di una società incapace di agire, ferma e "immobile", bidimensio- nale nell'essenza, nella plastica matericità ma in continua dinamica ascesa verso la decadenza. La tecnica dello stopmotion permette ancor di più di sottolineare questo contrasto; il movimento come stadio primo dell'immobilità, quindi, un movimento "a ritroso", verso un evoluzione tesa all'involuzione. Le sorti del mondo srotolati in una linea cinemati- ca, con una prospettiva obiettiva e bidimensionale che è presagio di generazioni senza speranza. di Francesca Crispino