Plateau de Beille 1998 - Pantani spaventa Ullrich
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Tour de France 1998, 22 Luglio, 11° tappa, Luchon - Plateau de Beille, 170 km Pantastique, cari amici francesi e italiani vicini e lontani. Pantani si accontenta di poco, basta dargli una salita. Le emozioni, lo spettacolo che sa dare solo il ciclismo, e Pantani in particolare, non amano i numeri. Per questo torno a dire che Pantani, più che un ciclista (un ciclista fossile) è un'emozione. -Gianni Mura , "Avevo deciso di attaccare prima, ma Ullrich ha forato e ho aspettato che rientrasse. Non è sportivo attaccare uno che fora".
Commenti
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Grande manchi all ciclismo con te era magico
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Era tutto falso , che vergogna . Abbasso il doping e i dopatiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii !!!!!!
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grande Pirata!e grande anche Adriano De Zan
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"Non ho attaccato quando aveva forato..Adesso sanno tutti che ci sono anch'io". Marco Pantani, di quanto e' cresciuto il suo naso dal debutto del Tour? Il volto con il pizzetto da moschettiere si allarga in un sorriso che e' insieme accattivante e disarmante: "Mai raccontato bugie, chiedetelo a Martinelli e ai miei compagni di squadra. Non ho la sensazione di essere in forma, ma ho ottenuto quella vittoria che cercavo. Sicuramente lungo la salita il mio passo non era dei migliori, ho scalato meglio altre montagne. Forse il caldo ha condizionato tutti, per quanto mi riguarda ci ho provato. E, poiche' sono corretto, ho evitato di scattare prima, all'attacco della salita. Ullrich aveva forato, non mi pareva il caso di approfittarne. Cosi' ho aspettato che la salita diventasse piu' ripida e poi ho allungato. Ho passato momenti buoni e altri meno". Pensava solo a conquistare la tappa o anche alla classifica? Perche' questo Tour lo puo' anche vincere, se tiene conto che un anno fa guadagno' a Ullrich 47", mentre a Plateau de Beille gli ha rifilato ben 1'40". "Se devo pensare anche alla classifica mi viene il mal di testa. Lo stress del Giro e del dopo Giro si e' fatto sentire. Comunque, non e' detto che non ci siano possibilita', ma obiettivamente mi pare molto, molto difficile. Ho attaccato per vincere la tappa, e' chiaro, ma siccome sono anche un po' presuntuoso, ho provato a prendere due piccioni con una fava". Senza lei sarebbe un Tour ben povero: nessuno che attacca, che vuole prendere l'iniziativa. "Non e' vero, ci sono altri che hanno provato, ad esempio Jalabert. Questa non e' una partita a scacchi, qui si fa sul serio e io credo che la squadra di Ullrich stia lavorando molto, sicuramente piu' di un anno fa. Puo' darsi che piu' avanti si scopra qualche cosa di nuovo". Forse il tedesco ha troppo ascendente sul gruppo e per questo nessuno osa attaccarlo? "Piano a fare certi discorsi. Sulle grandi salite pirenaiche ha preso in mano le redini della corsa, ha fatto imporre un ritmo cosi' alto, che nessuno poteva scattare. Quindi non e' questione di condizionamento, ma di impossibilita'. Io non soffro di questo complesso, io faccio la corsa per cercare di vincere e mi capita, a momenti, di essere anche troppo spavaldo". Come la mettiamo col fatto che dice di non sentirsi in forma, pero' attacca e stacca la maglia gialla. "La mia fortuna e' che, anche senza una grande condizione, in salita mi salvo sempre. Nella tappa di Luchon ho provato buone sensazioni nel finale, ma era difficile decifrarle, perche' e' stata una tappa strana, corsa nel freddo, in parte su strade bagnate. Diciamo che sul Peyresourde sono partito per dare una spallata, sperando di vincere la tappa anche se sapevo che, in quelle condizioni, un orso come Massi non l'avrei piu' raggiunto se avesse scollinato con un certo vantaggio. In fondo ho voluto far vedere al gruppo che in corsa c'ero pure io. Fino a quel momento nessuno mi aveva mai visto, nessuno s'era accorto della mia presenza". Ullrich, negli ultimi duecento metri, si e' piantato, perdendo contatto anche da Bogeerd, Piepoli, Julich, Escartin, Rinero. Come interpreta questo fatto? "Rispondo indirettamente parlando di me. Potevo andare piu' forte negli ultimi due chilometri, ma forse avrei chiesto troppo al mio fisico. So fare dei buoni fuorigiri, ma certe accelerazioni alla lunga le paghi. E allora bisogna guardare avanti. Credo che Ullrich abbia fatto lo stesso: nel finale ha preferito proseguire col suo passo, senza rispondere all'ultimo scatto. Non mi pare di averlo visto arrivare stremato, anche se a dire la verita' non gli ho badato poi molto". Oggi, nel giorno di riposo del Tour de France, Marco Pantani chiede solo di essere lasciato in pace per poter dormire. "Gli capita sempre quando e' concentrato su un obiettivo", ha rivelato Martinelli, il suo direttore sportivo. E allora aspettiamo le Alpi.
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Impresa del Pirata, che vince la tappa pirenaica e recupera 1' 40 " alla maglia gialla Lo scalatore colleziona la vittoria numero 5 in quattro partecipazioni. Il trono del giovane re che vorrebbe prendere il posto di Miguel Indurain nella storia del Tour, comincia a vacillare. Jan Ullrich e' sempre maglia gialla, e' sempre il grande favorito per la vittoria finale della Grande Boucle '98, ha sempre a disposizione una formidabile ciambella di salvataggio rappresentata dai 54 km della cronometro del penultimo giorno, a Montceau les Mines. Ma in salita non e' in grado di replicare agli arrembaggi di Marco Pantani, il Pirata, che nell'arco di ventiquattr'ore, sui Pirenei, gli ha rosicchiato 2'03". Sempre pochi rispetto ai 4'30" che il tedescone ha rifilato al romagnolo nel cronoprologo e nella crono di Correze. Ma il "derby della montagna" tra i due, che fino a ieri presentava un bilancio di perfetto equilibrio, adesso pende dalla parte del campione italiano che sta salvando l'interesse del Tour. In una corsa che non s'infiamma mai, che offre la passerella solo a corridori di seconda fila (Massi, Elli e Vasseur nella cavalcata dell'Aubisque, del Tourmalet, dell'Aspin e del Peyresourde; lo svizzero Roland Meier ieri) soltanto Marco Pantani sa trovare il momento giusto per dare la stoccata e rivitalizzare una gara che e' sempre sul punto di spegnersi. + accaduto negli ultimi 1500 metri del Peyresourde; si e' ripetuto ieri quando al traguardo, posto in cima a una salita e non in fondo a una discesa, mancavano 12 chilometri. Fino a quel momento i fatti salienti erano stati rappresentati dagli sprint di Elli e Massi per il G.P. della montagna sul Mente' e sul Portet d'Aspet e da una serie di allunghi sul Col de la Core dove lo svizzero Meier precedeva lo spagnolo Gomez. Nonostante una spettacolare caduta in discesa, Meier ha continuato a fare da lepre in compagnia di Gomez, mentre al loro inseguimento si sono gettati Heulot e Tafi. A parte il ritiro di Olano, la radio di bordo l'ha fatto correre l'unico brivido alla carovana quando, ai piedi della salita che conduceva a Plateau de Beille, ha annunciato la foratura di Ullrich. In quel momento i suoi compagni di squadra erano gia' logorati e non erano piu' in condizioni di soccorrere il loro leader. Con le poche energie rimastegli, Totschnig l'ha pilotato fino in coda al gruppo, poi l'ha lasciato al suo destino, confidando in Riis che teneva ancora botta. Ripresi i corridori che facevano da staffetta al gruppo, solo Meier pareva in grado di non farsi riagguantare. Ma lo svizzero non aveva fatto i conti con Pantani. Che a dodici chilometri dalla vetta, visto che Ullrich aveva ripreso posto nel gruppo dei migliori, ha dato gas. La maglia gialla e Jalabert hanno provato a stargli dietro, ma dopo qualche timido tentativo si sono arresi. Chilometro dopo chilometro Pantani ha aumentato il suo vantaggio, anche se ha dato l'impressione a tratti di non essere brillante, tanto da faticare piu' del previsto a riprendere lo svizzero e poi piantarlo in asso. Dietro, Ullrich ha trovato un aiuto insperato in Piepoli, dopo che, prima Riis, poi Leblanc, quindi anche Jalabert avevano mollato la presa. "Sono uno scalatore, provavo a forzare il ritmo per perdere qualcuno del gruppetto che seguiva a ruota. + arrivato Salutini a dirmi di non tirare. In fondo un po' di amor di bandiera non guasta. E poi Pantani non e' Garzelli, che mi ha fatto perdere una tappa al Giro della Svizzera, per Marco ho il massimo rispetto, io sono una persona corretta e non ho voluto danneggiarlo" ha spiegato il leader della Saeco. Cosi', senza alcun aiuto, Ullrich alla fine ha perso contatto anche dal gruppetto che inseguiva lo scatenato Pantani e l'eroico Meier, che ha salvato almeno il podio di giornata. Dopo l'arrivo, Ullrich si e' eclissato: un elicottero ha prelevato lui, Riis e Zabel per trasferirli in albergo ed evitare l'interminabile coda di macchine. Oggi, il tedescone studiera' i piani per respingere gli arrembaggi del Pirata. Che comincia a mettergli davvero paura. Oggi il Tour riposa, in attesa di riprendere la strada delle Alpi. Due tappe facili (vicino a Carpentras c'e' il Ventoux, ma gli organizzatori hanno scelto il meno ostico Col de Murs) e poi, dopo l'approdo a Grenoble, lunedi' il secondo arrivo in quota a Les Deux Alpes. A tal proposito Jalabert ha confidato a France Soir: "Io non ho le gambe dello scalatore, ma se Pantani attacca sul Galibier, Ullrich rischia di saltare".
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