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Il video, e' stato gentilmente concesso, dall'Associazione Carnevale Storico Crescentinese "I Birichin", e il sito Internet e' www.carnevaledicrescentino.it. Il freddo non ha fermato il Carnevale Stimate in oltre tremila le presenze al Corso Mascherato. Il freddo pungente di oggi, domenica 12 febbraio, non ha fermato il 38° Carnevale Storico Crescentinese. Poco dopo le 14.30, dopo i tradizionali rintocchi della campana dell'allenza Crescentino - Vische 1529, i maestosi carri allegorici hanno mosso i primi passi da piazza Garibaldi. Ad aprire il corteo sono state le superbe Majorettes "Le Sirenelle" di Torino, accompagnate dalle note della Banda Musicale "Luigi Arditi". A seguire Regina Papetta e Conte Tizzoni, con la corte, su due splendide carrozze. Ancora la Ravisera di Vische e le maschere ospiti di Saluggia, Sant'Antonino di Saluggia e Pontestura. Splendide le esibizioni degli Sbandieratori e Musici J'Amis d'la pera di Asti. Tra i carri allegorici di maggior effetto "Sulle ali del destino" di Vistrorio, "Il regno di Sherk" di Torrazza Piemonte, "Sautè gnanca parlene" di Leinì e "Fatalmente allupati" di Rondissone, che per le sue enormi dimensioni ha avuto qualche problema a circolare all'incrocio tra via De Gregori e via Bena. Da Crescentino il carro allegorico "Presto che è tardi", le biciclette pazze di San Genuario e Fontanetto Po e "Gli allegri contadini" del Gran Bar. Al termine della sfilata "L'inno della Regina Papetta" ha dato l'arrivederci al 2013.------------------------------------------------------------------------------------------- Il Carnevale Storico Crescentinese. Il Carnevale Storico Crescentinese affonda le sue radici nella storia della Citta'. Le due maschere principali nascono, infatti, prendendo spunto da un episodio realmente accaduto nel lontano 1529. In quell'anno il Conte Riccardo IV Tizzoni, che da tempo vessava la popolazione con soprusi e angherie, oltre a nuovi pesanti balzelli impose lo "ius primae noctis", ovvero il diritto della prima notte, in base al quale tutte le giovani spose dovevano trascorrere insieme a lui le ore seguenti il matrimonio. Secondo la leggenda, nella notte tra il 14 e 15 febbraio 1529, intanto che il paese, immerso nel sonno, attendeva gli ultimi giorni di carnevale, la figlia del mugnaio del Mulino Stella (da cui venne poi tratto il nome di Papetta, farina), fresca sposa che si trovava a Palazzo, taglio' la testa al tiranno proprio mentre il popolo iniziava la rivolta richiamato dal suono della campana della torre civica. In aiuto ai crescentinesi giunse da Vische, piccolo paese alle porte del Canavese, un gruppo di rivoltosi, anche loro liberatisi da poco tempo da un despota che li angariava. La giovane sposa venne, quindi, assurta a simbolo di Crescentino col titolo di Regina Papetta mentre tra Crescentino e Vische venne sancita una fraterna alleanza che lega, ancora oggi, i due Comuni piemontesi.