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A guardarlo viene voglia di comprarsi una bici. Fra pochi giorni sarà il suo sessantesimo compleanno ma la sua è l'energia di un ragazzino. Pino Cassarà, l'unico postino palermitano che abbia mai chiesto di utilizzare la bicicletta come mezzo di trasporto per lavorare, da oggi è in pensione. Anche se il servizio a due ruote è molto diffuso fra i postini nell'Italia del nord e in tutta Europa, a Palermo l'uso della bici è spesso scoraggiato. "Non è stato facile ottenere una bicicletta ufficiale delle poste, inizialmente utilizzavo la mia -- racconta Pino -- Il fatto è che nessuno qui l'aveva mai chiesta come mezzo". Non è il solo andare in bici, ma farlo portando centinaia di lettere e dei pacchi a volte piuttosto pesanti. "I primi tempi i miei colleghi mi credevano pazzo, ma non è faticoso, basta organizzarsi con il lavoro; a Palermo non c'è cultura della bicicletta". L'ormai ex postino non ha rimpianti, è contento di andare in pensione. Da oggi potrà dedicarsi più liberamente alla sua passione ciclistica ma anche allo yoga, che pratica da tanti anni. "Mi dispiace lasciare i miei utenti ma tornerò a trovarli. I miei non sono semplici clienti cui consegnare la posta ma amici il più delle volte: mi raccontano i fatti loro, mi chiedono consigli. Qualche volta mi hanno anche nascosto la bicicletta per farmi uno scherzo, insomma c'era un rapporto molto bello". Ma consegnare la posta oggi non è più come una volta, "come ai tempi di mio padre, anch'egli postino". Email, chat, sms, social network, infatti, hanno azzerato l'esigenza delle persone di scambiarsi della corrispondenza epistolare. Tanto che la cosa ha assunto ormai una connotazione un po' romantica e retrò. "Non ci sono più le belle cartoline, le lettere d'amore e di auguri. Ormai sono solo stampe, pacchi, pubblicità. Il postino oggi dovrebbe piuttosto chiamarsi facchino".