443vista
1m 45sunghezza
0valutazione

Traffico di droga e armi. Oltre a estorsioni, rapine, furti e al cosiddetto “cavallo di ritorno”, ossia la richiesta di pagamento per la restituzione di auto o mezzi agricoli rubati. Sono questi gli interessi delle bande criminali che si contendono il controllo del territorio a Bitonto. Piccoli ma agguerriti clan, in lotta fra loro per il predominio. Fra tutti, negli ultimi due anni, quelli che fanno riferimento a Domenico Conte e al suo ex braccio destro, Giuseppe Rocco Cassano, arrestato domenica mattina con addosso una mitraglietta Skorpion pronta a sparare. Una situazione da sempre all’attenzione della Direzione Distrettuale Antimafia e delle forze dell’ordine, sottolineata anche dal ministro Angelino Alfano, che nelle ultime settimane sembra ridiventata esplosiva dopo un periodo di relativa calma. Quattro sparatorie in meno di un mese, pur senza provocare nemmeno un ferito, testimoniano un alto livello di pericolosità. A sparare, come avvenuto nell’ormai famigerato conflitto a fuoco del 2 luglio 2013, sono spesso giovanissimi che vanno in giro in sella a scooter o bici elettriche per muoversi più rapidamente e infilarsi anche dove le auto hanno difficoltà ad arrivare. Quello che più impressiona è l’incredibile disponibilità di armi e la facilità con cui vengono usate. Modalità simili a quelle usate dalla mala barese. E tutto lascia pensare che, come già avvenuto in passato, esistano in effetti collegamenti con i clan del capoluogo, in particolare con gli Strisciuglio, che già durante la faida che insanguinò le strade della città nel 2007 scesero in campo contro Domenico Conte. Per far fronte all’escalation criminale le forze dell’ordine hanno intensificato il presidio del territorio, ma nemmeno gli arresti e le perquisizioni degli ultimi giorni sembrano aver spaventato i clan.