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servizio di Emanuela Pendola pubblicato il 31 dicembre 2011 Tutte rubate, non è rimasta nemmeno una. Le biciclette verdi del bike sharing di Roma sono sparite presto. In totale quasi 450: tutte depredate o danneggiate in modo irreparabile. E, infatti, basta fare un giro in centro per accorgersi che le ciclostazioni -- come vediamo in queste immagini -- sono completamente vuote. Sulla scorta delle esperienze di altre grandi città nel mondo, anche a Roma è presente il servizio di noleggio bici per spostarsi in modo divertente ed ecologico, ma cittadini e turisti non possono attualmente usufruirne. Il bike sharing che dovrebbe favorire gli spostamenti brevi all'interno della città, è nato da un progetto europeo e dal 2010 è gestito dall'Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, nata dallo scorporo di Atac, l'agenzia del trasporto del comune. Tra gli obiettivi del bike sharing: contribuire alla riduzione del traffico cittadino, grazie alla condivisione del mezzo di trasporto, e risolvere il problema dell'ultimo miglio, integrando cioè l'utilizzo di metrò e tram con le bici per arrivare a destinazione. A Roma però il servizio non decolla. I ciclo posteggi si incontrano in diversi punti della città -- ce ne sono a tutt'oggi 29 -- ma invece di offrire i moderni velocipedi a chi voglia spostarsi senza produrre smog, ospitano scooter, moto e automobili che, in mancanza di altri parcheggi e sotto gli occhi dei vigili, riempiono qualsiasi punto della città. Qualche ristorante utilizza la ciclostazione per mettere a disposizione degli avventori i propri menù e qualche cittadino lo usa come bacheca per annunci privati. Eppure sono tanti i soldi dei contribuenti che convergono nel più complessivo progetto della ciclabilità di Roma Capitale. Sandro Bartolucci, responsabile del bike sharing a Roma, ci spega al telefono che il problema dei furti è grave e che si sta provvedendo ad affidare in appalto con un bando pubblico la nuova gestione del servizio, che dovrebbe nei prossimi mesi ripartire utilizzando un sistema di aggancio più sicuro e stabile e 200 bici nuove, più robuste e riconoscibili. Nonostante le denunce, infatti, è impossibile per polizia e carabinieri ritrovare le due ruote del Comune, che dovrebbero esser rese identificabili e in maniera univoca dalle autorità. Favorire e tutelare la mobilità in bicicletta è un modo per contribuire alla qualità dell'aria e della vita delle nostre città, ma, se le ciclostazioni sono vuote e le quasi 450 bici tutte rubate, qualcosa non ha funzionato ed è necessario intervenire per evitare sprechi di denaro pubblico e per investirlo in modo più efficiente. Negli ultimi due anni il numero di utenti di bike sharing -- ci tiene a sottolinearlo l'Agenzia Roma Servizi per la Mobilità - è passato dai circa 2mila agli 11mila attuali: il trend è in crescita, dunque, ma quali biciclette stanno utilizzando questi cittadini dal momento che ad oggi non ce n'è neanche una a disposizione?